Descrizione
La grotta è costituita da un enorme macigno di pietra serena poggiato direttamente sul terreno, il cui pertugio d'entrata ha dimensioni di 0,30 x 0,60 metri costituito da due speroni di roccia nuda affiorante e da altre pietre poste a formare una base d'appoggio per una rudimentale porta in legno (andata persa). Si addentra per 6-7 metri di profondità nella montagna ed ha una superficie interna di circa 20 metri quadrati. L'interno della grotta è costituito da una pavimentazione rocciosa di Arenaria con la presenza di ghiaie, terreno e grossi sassi. In ogni stagione la temperatura interna della grotta rimane pressoché costante
Nel romanzo di Massimo d'Azeglio "Niccolò dè Lapi", ambientato all'epoca dei Medici del XVI secolo, si narra che la figlia di Niccolò, Lisa dè Lapi, trovò rifugio nella grotta di Macereti, ove poi morì e fu sepolta dalla pietà popolare nel camposanto di San Marcello. Prima dell'ultima guerra una targa, messa dal fascismo e posta sopra l'ingresso della grotta, ricordava il fatto.
"Massimo D'Azeglio nel suo soggiorno a San Marcello Pistoiese e Gavinana (teatro della famosa battaglia di Francesco Ferrucci battuto da Maramaldo), raccolse memorie orali locali che sviluppò nel suo romanzo storico "Niccolò de Lapi, ovvero i Palleschi e i Piagnoni", pubblicato nel 1841 e ambientato nella Firenze sotto assedio (1530), divisa fra i sostenitori dei Medici (Palleschi) e i nostalgici del Savonarola (Piagnoni), dove le ansie di libertà dei repubblicani fiorentini sono metafora degli aneliti risorgimentali. Il romanzo narra le vicende di Lisa, sfortunata figlia di Niccolò, uno dei capi del partito dei «Piagnoni», che viene ingannata da tale Troilo Ardinghelli di cui lei si invaghisce. Fra i due viene celebrato un matrimonio fittizio, con tanto di servo travestito da sacerdote, ma Troilo, presto la tradisce lasciandola incinta. Furibondo, il padre Niccolò vuole cacciarla di casa, ma Troilo sceglie di tornare da Lisa, viene accolto e perdonato. In realtà Troilo ha il solo fine di spiare le mosse dei Piagnoni rivelandole agli assedianti medicei così da far catturare l’intera famiglia dei Lapi, che viene dispersa, e decapitare Niccolò .
Lisa, uscita di senno e ancora innamorata di colui che l’aveva tradita, fugge nei boschi sopra Montemurlo di Prato, dove la famiglia si era rifugiata, e da qui vaga fino a San Marcello dove terminerà la sua esistenza proprio nella piccola grotta di Macereti; è qui infatti, che alcuni cacciatori trovano una vecchia, pallida, sfinita, con lunghi capelli bianchi, un portamento ancora nobile, in condizione di eremitaggio. Considerata una sorta di santa, o di strega, alla sua morte viene sepolta, dalla pietà del popolo, nel camposanto di San Marcello.
Il romanzo di D'Azeglio divenne un bestseller nell'età risorgimentale tale da da essere trasformato in melodramma nel 1880 su musiche del genovese Enrico Luigi Samengo, più raramente soggetto di opere pittoriche come quella del napoletano Salvatore Brancaccio.
La Grotta di Macereti è frutto della lavorazione antropica delle cave del Monte Cerreto da cui si estraeva, tra sec. XV e XVI, il così detto “diamante di Pistoia” un tipo di quarzo, apprezzato in gioielleria."
Lisa, uscita di senno e ancora innamorata di colui che l’aveva tradita, fugge nei boschi sopra Montemurlo di Prato, dove la famiglia si era rifugiata, e da qui vaga fino a San Marcello dove terminerà la sua esistenza proprio nella piccola grotta di Macereti; è qui infatti, che alcuni cacciatori trovano una vecchia, pallida, sfinita, con lunghi capelli bianchi, un portamento ancora nobile, in condizione di eremitaggio. Considerata una sorta di santa, o di strega, alla sua morte viene sepolta, dalla pietà del popolo, nel camposanto di San Marcello.
Il romanzo di D'Azeglio divenne un bestseller nell'età risorgimentale tale da da essere trasformato in melodramma nel 1880 su musiche del genovese Enrico Luigi Samengo, più raramente soggetto di opere pittoriche come quella del napoletano Salvatore Brancaccio.
La Grotta di Macereti è frutto della lavorazione antropica delle cave del Monte Cerreto da cui si estraeva, tra sec. XV e XVI, il così detto “diamante di Pistoia” un tipo di quarzo, apprezzato in gioielleria."
Tratto dalle ricerche dell'Associazione Convivio OdV nell'ambito della manifestazione de "La Montagna a Fumetti 2023 - La Val di Là, oltre le montagne ed il pregiudizio”, agosto 2023, in collaborazione con il Museo Nazionale di Palazzo Reale di Napoli:
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Frazione Spignana |
Mappa
Indirizzo: Torrente Verdiana, 51028 San Marcello Piteglio PT, Italia
Coordinate: 44°4'13,5''N 10°47'1,9''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Modalità di accesso
Si accede alla grotta attraverso un piccolo sentiero di montagna percorribile solo a piedi con calzature idonee.